È un argomento che molto spesso trova spazio anche in programmi televisivi e sui quotidiani e finisce per intasare i tribunali italiani.
Le liti tra condomini occupano tempo, energie e soldi e molto spesso finiscono nelle aule di giustizia.
Le cause che innescano le liti più gettonate sono tre: un cane troppo rumoroso e che abbaia in maniera indiscriminata, tacchi femminili che si agitano sul pavimento e volume della televisione troppo alto a qualsiasi ora del giorno e della notte.
I dati della diffusione delle liti tra condomini provengono direttamente dalle associazioni degli amministratori di condomini, che hanno elaborato e stilato una classifica in base alle segnalazioni che hanno ricevuto.
Su quasi diecimila casi analizzati di liti tra condomini, circa tremila sono causate da rumori molesti: tra le cause più frequenti, il fastidioso ticchettio derivante dall’utilizzo dei tacchi (il venticinque per cento delle segnalazioni) e l’abbaiare dei cani (settecentocinquanta casi), che si afferma come uno dei principali motivi di litigi che sfociano in denunce e cause giudiziarie.
Spesso la discussione è innescata dalla riproposizione del comportamento che genera uno stato di stress fino ad arrivare all’esplosione di liti fra condomini, che arrivano a denunce all’autorità giudiziaria e che poi finiscono in aula di tribunale.
La questione più dibattuta è la quantificazione del rumore, cioè capire se il frastuono generato supera le soglie di tollerabilità nel contesto in cui viene generato.
I parametri sono molto difficili da stabilire, perché andrebbero misurati i singoli eventi quando scaturiscono.
La cosa è praticamente impossibile.
Quando i condomini intendono appellarsi al giudice per richiedere la fine di intollerabili rumori si fa riferimento all’articolo 844 del codice civile che in modo specifico vieta le “immissioni di fumo o calore, esalazioni, rumori , scuotimenti e simili propagazioni” e all’articolo 700 del codice di procedura civile affinché la richiesta di un provvedimento sia trattato con carattere di urgenza a tutela del diritto alla salute.
Spesso la denuncia di questi comportamenti però non fa altro che ottenere un effetto di pari forza e contrario: sopratutto nel caso di citazione in giudizio per danni il comportamento si cronicizza: il condomino rumoroso assume un tono insolente e ripetitivo per causare ulteriore disturbo. dando vita a una querelle infinita.
Bisogna comunque sempre ricordare che in caso di richiesta di giudizio di liti tra condomini chi perde la causa paga tutte le spese giudiziarie, che spesso possono ammontare a una cifra considerevole.
La raccomandazione rimane sempre quella di richiedere la collaborazione dell’amministratore di condominio, che con puntuali e continui richiami al regolamento può riportare i singoli condomini al rispetto delle norme del vivere civile e stimolare la conciliazione.
Diversamente si può arrivare a vere e proprie situazioni di odio, nelle quali alcuni condomini si sono visti costretti a cambiare abitazione per il reiterato comportamento incivile e aggressivo di alcuni vicini di casa.