Il contratto di locazione a canone concordato si differenzia dall’affitto a canone libero perché il canone non è quello di mercato ma è calmierato.
Gli importi massimi e minimi del canone stesso vengono infatti decisi a livello locale attraverso la contrattazione tra sindacati degli inquilini e associazioni dei proprietari.
Tale tipo di contratto riguarda i contratti ad uso abitativo, ma anche ad uso transitorio o quelli riservati agli studenti universitari e alle cooperative o enti senza scopi di lucro.
Tale tipo di contratto ha una durata che varia in base alla tipologia di contratto e di locatori:
- 3 anni + 2 di rinnovo per le abitazioni;
- da 6 mesi a 3 anni, per gli studenti universitari;
- da 1 a 18 mesi, per i contratti transitori.
Gli importi del canone di locazione concordato sono calcolati sulla base delle caratteristiche dell’immobile locale, della zona dove esso è situato e del numero degli occupanti del locale stesso.
Quando si applica il canone concordato
Il contratto a canone concordato può essere applicato a tutti gli immobili siti nei Comuni ad alta “tensione abitativa”, ai sensi della legge 431/98 e come vedremo prevede agevolazioni fiscali sia per il proprietario che per l’inquilino che abbiano stipulato questo tipo di contratto rispetto ad un canone di affitto libero.
Per tutti quelli che aderiscono al contratto di affitto a canone concordato, siano essi proprietari o affittuari, sono previste diverse agevolazioni fiscali.
Canone concordato: tutte le agevolazioni
Optare per un contratto di locazione a canone assistito comporta dunque una serie di vantaggi per entrambe le parti; vediamole insieme.
Agevolazioni per il proprietario
Il proprietario può scegliere il registro della cedolare secca e quindi un diverso regime di tassazione che prevede il pagamento di un’imposta sostitutiva dell’Irpef e delle addizionali, per la parte relativa al reddito dell’immobile, che per i contratti a canone assistito è stata ridotta dal 15 al 10%.
A questo si aggiunge il fatto che, scegliendo la cedolare secca, il proprietario non è tenuto a pagare l’imposta di registro, né tantomeno quella di bollo, previste invece negli altri tipi di contratti di locazione.
Ai proprietari di immobili affittati a canone concordato agevolato, laddove previsto dai singoli Comuni, può essere applicata un’aliquota IMU agevolata, che per esempio a Milano è dello 0,65% anziché dello 0,96%.
Agevolazioni per l’inquilino
Sono previste agevolazioni anche per l’intestatario del solo contratto di locazione.
Nello specifico:
- Detrazione dell’imposta per i redditi derivanti dall’Irpef in base al reddito;
- Riduzione del 30% dell’imposta di registro sui contratti di locazione stipulati;
In caso di lavoratore dipendente che trasferisca la propria residenza per motivi di lavoro e che sia titolare di un qualunque tipo di contratto di locazione di immobile adibito ad abitazione principale dello stesso e situato fuori dalla regione o comunque a non meno di 100 km dall’altro immobile, sono previste altri tipi di detrazioni, non cumulabili con quelle precedentemente esposte.